L’INAB – Istituto Nazionale di Agricoltura Biologica
Nel marzo del 1988 una delegazione del Coordinamento Provinciale di Alessandria di Progettualità Ecologica (composta da Marco Di Marco e da Luciano Valle) partecipava all’Assemblea Nazionale sul biologico a Bologna: insieme con agricoltori, negozi, e trasformatori provenienti da tutte le regioni d’Italia, erano rappresentate le più importanti associazioni di consumatori e di coltivatori impegnate sul terreno dell’agricoltura organica, e le più importanti riviste del settore.
Da questo incontro scaturì uno stretto rapporto di collaborazione con Agrisalus (attualmente ACU – Associazione Consumatori Utenti), associazione presieduta da Gianni Cavinato che operava a tutela dei diritti dei consumatori nel settore agro-alimentare, e con il “Giornale della Natura” diretto da Federico Ceratti.
L’esperienza sviluppata in quegli anni a Tortona si spostava così gradualmente a livello nazionale, portando ad una realtà più ampia il suo contributo originale di teoria ed esperienza.
Come primo risultato, nel novembre del 1988 si costituiva l’INAB (Istituto Nazionale di Agricoltura Biologica), con l’obiettivo di “dare dignità tecnica e scientifica all’agricoltura biologica”, e di dimostrare che l’agricoltura biologica era “una alternativa perseguibile, e valida su tutti i piani”.
I soci fondatori erano Riccardo Cozzo di “Bioagricoop”, Gianni Cavinato di “Agrisalus”, Federico Ceratti del “Giornale della Natura”, Mauro Albrizio di Legambiente, e Luciano Valle della Cooperativa “La Buona Terra”, che veniva così a giocare un ruolo fondamentale in questo passaggio importante della storia del biologico in Italia.
Molteplici e profondamente innovativi erano i compiti che lo statuto assegnava al nuovo ente: armonizzare le norme di produzione, trasformazione e commercializzazione; assistere gli operatori del settore sui piani tecnici e giuridici; istituire codici di autodisciplina, dalla produzione alla trasformazione; vigilare sulle garanzie offerte al consumatore; promuovere l’agricoltura biologica con la divulgazione, la formazione professionale, l’aggiornamento, la stampa; gestire ricerca e sperimentazione.