La proposta
La nostra esperienza ci ha sempre più convinto della necessità di un’inedita e audacissima riforma morale, spirituale e culturale: esigenza che fu già nel ‘900 di menti eccezionali – da Freud a Jung, da Maritain a Croce a Gramsci a Schweitzer – e fu ripresa nel secondo dopoguerra da Einstein.
Una proposta che di certo si inscrive in quel progetto “di nuovo umanesimo planetario” il cui avvio viene fissato dalle ricerche più aggiornate nella figura e nell’opera di quella Rachel Carson che con il libro Primavera silenziosa diede idealmente inizio, nel 1962, alla nuova “Era dell’Ecologia”.
In accordo con le parole Al Gore – là dove egli sostiene la necessità, inderogabile, di promuovere una “ecologia interiore”, un nuovo “ambientalismo dello spirito” – il progetto vuole porsi come integrazione tra il nuovo corso della tecnica, attento ai limiti dello sviluppo, e quel primato della bellezza, morale e spirituale, che da Dostoevskij a Bateson, a Hillman e a Giovanni Paolo II ispira le riflessioni più profonde sull’agire e sul cammino dell’uomo.